Durante la pandemia di Covid-19 è stato dimostrato un contributo preminente dell’aerosol nella diffusione del virus SARS-CoV-2 mentre la via di contagio attraverso il contatto con oggetti contaminati sembra aver svolto un ruolo molto meno importante.
Analizzando nello specifico le caratteristiche fisiche delle particelle di aerosol possiamo capirne meglio il loro ruolo nel contagio e come difenderci. L’aerosol è una miscela eterogenea di particelle che possono essere solide (come fuliggine o polvere minerale) o liquide con dimensioni comprese tra 0,001 e diversi centinaia di micrometri (µm). Le particelle si diffondono in modo relativamente rapido grazie alle correnti d’aria, anche su distanze molto lunghe e i tempi di deposizione dipendono dalla grandezza e possono variare da 3 secondi a 304 ore.
Generalmente, l’87% delle particelle di aerosol emesse da una persona hanno dimensioni inferiori a 1 micron, con una grandezza media di 0,3-0,5 micron, nel caso di un paziente affetto da COVID-19, durante la normale espirazione può emettere fino a 400.000 particelle virali al minuto. Quando una particella di aerosol della grandezza di 100 micron viene emessa da una persona può depositarsi ad una distanza di 1,8 metri.
Dopo aver analizzato le caratteristiche fisiche delle particelle di aerosol, possiamo meglio capire il loro ruolo nella diffusione del virus SARS-CoV-2 sia negli ambienti outdoor che indoor.
Il rischio di infezione negli ambienti esterni è molto basso perché il virus si disperde nell’aria, per cui l’uso contemporaneo del distanziamento sociale e delle mascherine di protezione facciale rende tale condizione ragionevolmente sicura.
Al contrario, il rischio di infezione è molto alto negli ambienti chiusi perché il virus si accumula nell’aria e anche l’uso delle precauzioni descritte sopra non è sufficiente. Per questo motivo bisogna abbattere la presenza del virus nell’aria con vari metodi: il ricambio d’aria, la ventilazione, e la purificazione dell’aria.
Il sistema più semplice per abbattere la probabilità di contagio è un costante ricambio dell’aria interna, purtroppo questo metodo non è sempre possibile o efficace:
- in inverno o in estate, provocherebbe un microclima non sostenibile o un dispendio energetico per il condizionamento degli ambienti.
- In caso di inquinamento esterno molto alto provocherebbe la formazione di un’aria indoor insalubre per l’accumulo degli agenti inquinanti.
Anche la ventilazione è un sistema molto semplice perché necessita solo della movimentazione dell’aria, ma purtroppo è anche il meno efficace perché non elimina la presenza del virus ma lo redistribuisce solamente. Per aumentarne l’efficacia può essere associato ad un ricambio dell’aria oppure ad un sistema di purificazione che abbatta la carica virale. La necessità dell’implementazione del ricambio dell’aria può essere monitorata, ad esempio, misurando continuamente la concentrazione di anidride carbonica (CO2) all’interno degli ambienti chiusi.
Il metodo di purificazione dell’aria più efficiente e privo di controindicazioni consiste nell’uso dei filtri HEPA, mentre i filtri a carbone attivo sono fondamentali per l’abbattimento delle sostanze chimiche gassose ma non sono efficaci nella lotta alla diffusione del virus SARS-CoV-2.
I vantaggi del sistema di purificazione dell’aria che utilizzi un filtro HEPA associato ad un filtro al carbone attivo sono svariati: assoluta mancanza di controindicazioni o pericolosità, possibilità di uso contemporaneo alla presenza di persone nello stesso ambiente, abbattimento non solo dell’aerosol, virus batteri e allergeni ma anche degli inquinanti gassosi che possono entrare negli ambienti indoor in seguito al ricambio d’aria.
Come conclusione possiamo riassumere che i possibili metodi per la riduzione della diffusione del contagio negli ambienti outdoor sono: distanziamento e uso delle mascherine di protezione facciale; negli ambienti indoor sono: ricambio frequente dell’aria, ventilazione, uso di purificatori d’aria. Secondo lo stato attuale delle conoscenze, l’interazione di tutte queste misure è il modo migliore per ridurre al minimo il rischio di infezione.
BIBLIOGRAFIA
Associazione per la Ricerca sull’Aerosol: POSITION PAPER | GAeF